NO ALLA CHIUSURA DEI NEGOZI IL 1° MAGGIO

Confcommercio: la Regioni si concentri sulle inefficienze nella distribuzione dei vaccini

Chiudere tutte le attività commerciali il 1° Maggio? 

Un accanimento inutile contro imprenditori che da mesi non lavorano.

Piuttosto che continuare a infierire contro settore ridotto allo stremo, la Regione dovrebbe concentrarsi sulle inefficienze nella gestione del piano vaccinale.“

Con queste parole Confcommercio esprime la propria contrarietà rispetto all’ipotesi di chiudere i negozi per la Festa dei Lavoratori - così com’è stato fatto per Pasqua e Pasquetta - espressa dalla Regione Toscana.

Una misura che tornerebbe a penalizzare i lavoratori del terziario appena riaperti e che distoglierebbe dalla vera criticità di questo momento: i vaccini.

Ad avvalorare la tesi dell’Associazione ci sono i dati diffusi sul rapporto fra dosi consegnate e quelle somministrate che pongono la Toscana solo al decimo posto fra le Regioni italiane.

“È indubbio che le consegne dei vaccini abbiano subito ritardi e le dosi ricevute non siano sufficienti a coprire tutta la popolazione. Proprio per questo è doveroso riuscire a distribuire in modo tempestivo e ragionato tutte le dosi di cui disponiamo e farsi trovare pronti a nuove forniture.

Purtroppo, i numeri parlano chiaro e ci dicono che in Toscana non è così.

Il 10% delle dosi ad oggi ricevute, non sono ancora state somministrate. Si parla di oltre 300mila persone che potrebbero essere già state messe al sicuro limitando così la diffusione del virus che in Toscana continua a fare vittime.

Lo abbiamo visto, non sono le chiusure delle attività a poterlo fermare. Il vaccino, invece, può farlo se somministrato in modo tempestivo ai soggetti realmente più bisognosi.

Eppure, stiamo ancora lottando con la piattaforma per le prenotazioni e comunicazioni non chiare. 

Nel frattempo, dopo settimane di chiusura, le imprese del terziario tornano ad aprire.

E cosa vuole fare la Regione? Chiudere i negozi della giornata del 1° Maggio.

Come se non fosse evidente che in questo contesto il regalo più grande che può essere fatto a un imprenditore, è quello di permettergli di lavorare.

Per questo non possiamo accettare una simile ipotesi di chiusura. E ci chiediamo, se davvero il Governo regionale intraprendesse questa strada, quando ha intenzione di comunicarlo ad aziende e lavoratori. Non si è ancora capito che le chiusure last-minute non fanno che creare maggiori assembramenti nei giorni precedenti?

Siamo stanchi di essere sempre utilizzati come capri espiatori della mala gestione che, fin dall’inizio, l’emergenza epidemiologica ha avuto da parte delle Istituzioni.

Il diritto al lavoro non è un interruttore da spegnere ed accendere per mettere al buio le proprie inefficienze.”


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