Tari in diminuzione nel 2019 in Valdinievole

Confcommercio: ancora evidente la disomogeneità fra aree limitrofe. È necessario rivedere il sistema di attribuzione delle tariffe.

 Tari meno cara nel 2019 in Valdinievole ma restano evidenti i divari di costo fra le stesse tipologie di attività nei differenti comuni.

A dirlo è l’analisi di Confcommercio Pistoia e Prato che riporta al centro del dibattito la tassa per lo smaltimento dei rifiuti, l’imposta che ancora oggi si conferma fra le più gravose per imprese e cittadini e che rischia di frenare lo sviluppo dell’intero territorio.

Se la fotografia dei costi per il 2019 evidenzia delle diminuzioni della tariffa in quasi tutta l’area – ad eccezione di Uzzano con aumenti del 2% al metro quadro – è vero che questi sono dovuti da una sovrastima fatta da Alia sull’investimento da dedicare alla raccolta porta a porta che dallo scorso Dicembre ha coinvolto sei Comuni – Buggiano, Chiesina Uzzanese, Massa e Cozzile, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese, Uzzano  – e che fra il 2017 e il 2018 aveva portato rincari in bolletta pari al 20%.

Ciò che è più evidente è come aziende appartenenti alla stessa categoria e operanti in aree limitrofe – simili talvolta per la modalità di smaltimento dei rifiuti – arrivino a pagare cifre sostanzialmente diverse.

È l’esempio di Pieve a Nievole dove un ristorante paga 14,68 euro al metro quadro contro i 10,71 di un ristorante a Monsummano Terme.

Oppure di un’attività di ortofrutta a Buggiano che ha dei costi pari a 36,26 euro al metro quadro, a differenza dei 27,35 euro per la stessa azienda di Ponte Buggianese.

La ricerca rimanda a un quadro travagliato e poco omogeneo che continua a penalizzare le attività economiche e che frena il loro sviluppo.

Per Confcommercio si tratta di dati preoccupanti, ancora di più se si considera che dal 1 gennaio dello scorso anno i Comuni avrebbero dovuto avvalersi delle risultanze dei fabbisogni standard nella determinazione dei costi relativi al servizio di smaltimento dei rifiuti.

Se da una parte le agevolazioni introdotte – fortemente volute in passato da Confcommercio – riescono ad alleggerire la tariffa, dall’altro richiedono un impegno notevole da parte degli operatori che per ottenerle devono operarsi in contesti non sempre semplici.

È indispensabile in questo campo un costante confronto e una collaborazione fra Associazioni, Amministrazione Comunale e aziende, al fine di agevolare le categorie economiche, a partire da quelle più colpite dall’imposta, attraverso il loro coinvolgimento attivo nei processi di raccolta e gestione dei rifiuti in modo da introdurre nuove riduzioni per chi adotta comportamenti virtuosi o favorisce lo smaltimento di rifiuti differenziati.

È quanto accade proprio in queste settimane fra Confcommercio e l’Amministrazione di Chiesina Uzzanese che stanno lavorando a un intervento congiunto per sostenere i pubblici esercizi del territorio, uno dei settori a cui vengono attribuiti i costi più alti.

L’intera riflessione sulla Tari nasce dall’analisi di Confcommercio Imprese per l’Italia – attraverso l’Osservatorio Tasse Locali, lo strumento permanente dedicato alla raccolta e all’analisi di dati e informazioni sull’intero territorio relative alla tassa rifiuti (TARI) pagata dalle imprese del terziario – conferma la continua crescita su tutto il territorio nazionale della tassa, nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti stessi, e ripropone evidenti divari di costo nello stesso territorio tra le medesime categorie economiche a parità di condizioni.

Servono risposte urgenti per avviare una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo ‘chi inquina paga’ e tenga conto delle specificità di determinate attività economiche delle imprese del terziario, al fine di prevedere esenzioni o agevolazioni per le aree che di fatto non producono alcun rifiuto e sulle quali invece continua ad essere calcolata integralmente la tassa.

 

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