Sempre più gravi i danni della pandemia sul Terziario: il 69% delle imprese non reggerebbe misure più restrittive

Tempestini-Confcommercio: il 57% degli operatori in difficoltà nel rispettare le scadenze fiscali

“Sono sempre più dure le conseguenze della pandemia sul settore terziario che segna in provincia di Prato uno dei risultati peggiori negli ultimi 10 anni in termini di decremento di imprese attive. 
Un lockdown totale a dicembre è assolutamente da scongiurare: il 59% delle attività non reggerebbe misure più restrittive”. 

È con queste parole che Tiziano Tempestini, Direttore di Confcommercio Pistoia e Prato, commenta i dati dell’Osservatorio Congiunturale Toscana. 

“I risultati della ricerca sono solo la fotografia di una situazione che tocchiamo con mano quotidianamente. Le limitazioni attualmente in vigore stanno mettendo a dura prova la tenuta delle nostre aziende, delle città e dell’intera economia del territorio. 

Nel terzo trimestre del 2020 le oltre 16mila imprese attive nel commercio, nel turismo e nei servizi in provincia hanno registrato un saldo negativo fra nuove imprese e imprese cessate, determinato soprattutto dal comparto turistico e dall’assenza di nuove aperture. 

Ed è il 57% degli operatori ad ammettere di essere in difficoltà nel rispettare le scadenze fiscali. 

Dopo la timida ripresa dei mesi estivi, la fiducia delle aziende torna a diminuire, influenzata dallo smarrimento determinato dalle misure adottate dal Governo e dal clima di incertezza per il futuro. 

A soffrire di più sono soprattutto quelle categorie che devono fare i conti con disposizioni sempre più stringenti e penalizzanti. 

Stiamo parlando, in primis, della ristorazione e del turismo, soggetti a riduzione degli orari, chiusure e al blocco degli spostamenti. Le nuove restrizioni sono insostenibili e illogiche, visto che le aziende hanno già adottato tutti i necessari e concordati protocolli di sicurezza e in cui non sembrerebbero manifestarsi particolari criticità. 

Ma parliamo anche del commercio no food che soffre di un netto calo di frequentazione dei negozi da parte dei clienti, di una minor capacità di acquisto e dell’assenza di ristori che ad oggi non sono stati previsti per il settore. 

Lo abbiamo già detto, un blocco totale nel periodo natalizio sarebbe disarmante per il territorio, sia dal punto di vista economico, sia da quello sociale, e rappresenterebbe un punto di non ritorno per molte realtà. 

A preoccupare, inoltre, sono le possibili conseguenze che la crisi economica rischia di determinare sul contesto sociale, con un aumento della criminalità e una percezione di minor sicurezza. 

Servono programmazione e coordinamento e, soprattutto, occorre che i danni subiti dalle imprese siano ristorati adeguatamente e tempestivamente. E anche indennizzi a fondo perduto, credito d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda, moratorie fiscali e creditizie, risorse per le garanzie finalizzate ad agevolare l’accesso al credito, continuità degli ammortizzatori sociali insieme alla necessità della loro riforma e di una nuova stagione di vere politiche attive per il lavoro. 

Le imprese hanno bisogno di azioni forti per poter guardare oltre ai prossimi difficili mesi”. 

 

 

 

 

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