Riapertura il 4 Maggio per tutti: il sistema del terziario rischia il collasso

Confcommercio: è urgente avere indicazioni e procedure concrete o alcuni settori non riusciranno a sollevarsi

“Riaprire il 4 tutte le attività o per alcuni settori il rischio di un collasso sarà inevitabile”.

 

Confcommercio ribadisce con convinzione la propria posizione dopo le ipotesi che prevedono la ripartenza delle attività commerciali il prossimo 11 Maggio e addirittura posticipano al 18 Maggio quella di bar e ristoranti.

 

“Veder slittare anche di poche settimane la fine della sospensione non è accettabile per le nostre categorie, soprattutto per quelle più colpite fin dall’inizio dalle restrizioni. Ogni giorno che passa aumentano le difficoltà sulle spalle delle imprese e con queste anche la probabilità che molte non riescano a sopravvivere fra la persistente pressione fiscale e l’impossibilità di tenere insieme tutti i tasselli la propria struttura aziendale.

 

Il sistema economico del terziario è allo stremo ed è da qui che nasce la determinazione nel portare avanti le nostre idee a tutela degli associati.

 

Non possiamo pensare a una ripresa se continuiamo ad assistere alla proroga delle scadenze di alcune delle imposte locali: le attività non saranno in grado di sostenere alcuna spesa per i tributi, è necessario sospendere il loro pagamento per il 2020.

Questo anche perché la liquidità stenta ad arrivare fra eccessi di burocrazia e problemi di comunicazione con gli istituti di credito.

 

Servono sostegni e procedure concrete per un sistema che attualmente sta vivendo in vero e proprio limbo.

 

In questo complicato contesto ieri (22 Aprile 2020) è finalmente arrivata l’Ordinanza della Regione Toscana con la quale viene deliberata l’attività di take away per la ristorazione: una richiesta che avanziamo a gran voce già da settimane rispetto a un servizio che le attività avrebbero potuto mettere in campo fin dall’inizio.

È senza dubbio un passo avanti ma oggi non basta più: bar e ristoranti hanno bisogno di sapere quando e come riaprire.

Delivery e take away sono due soluzioni che possono aiutare le aziende in questo momento, ma non possono sostituirsi alla regolare attività sulla quale è urgente capire come dovranno muoversi.

In particolare pensiamo ai dehors all’esterno dei locali che potrebbero prevedere la necessità di un ampliamento.

 

Ancora complesso è inoltre il quadro per le attività commerciali che – oltre alla previsione di slittamento della riapertura all’11 Maggio – devono portare il peso stabilito dall’Amministrazione regionale che con l’ordinanza del 18 Aprile ha determinato valida fino al 3 Maggio la misura minima di distanziamento sociale a 180 centimetri, oltre a una serie di provvedimenti peggiorativi rispetto a quanto stabilito dal Decreto del Presidente del Consiglio.

 

L’Ordinanza si rifà alla disposizione del Decreto che prevede che le Regioni possano introdurre misure restrittive rispetto a quelle nazionali in via provvisoria e solo in specifiche situazioni di aggravamento del rischio sanitario.

 

Ci siamo confrontati con il legale e abbiamo avuto il riscontro che attendevamo, al provvedimento manca l’assunto di base: non è possibile collocare la Toscana in una situazione di maggior emergenza rispetto al resto d’Italia quando i numeri dei contagi sono in calo.

 

Secondo le valutazioni legali fatte l’Ordinanza reca previsioni immediatamente lesive e , per essere sospesa, deve pertanto essere impugnata al TAR entro 60 giorni dalla sua pubblicazione. Anche se si procedesse ad una immediata impugnazione però i tempi legali non consentirebbero di andare a udienza di merito prima del 19 Maggio p.v. , ben oltre la ordinaria vigenza dell’ordinanza stessa prevista per il 3 Maggio p.v.

 

Sappiamo però che qualora il Presidente del Consiglio recepisse la proposta toscana, le disposizioni potrebbero avere effetto ben oltre il 3 Maggio danneggiando in modo tangibile le aziende. Non possiamo permettercelo.

 

Per questo ci riserviamo l’impugnativa successivamente ai prossimi provvedimenti nazionali.

 

Attendiamo quindi i prossimi provvedimenti che saranno presi a livello nazionale, andando avanti con sempre maggior convinzione nel contestare il provvedimento.

La posta il gioco è altissima ed è necessario rideterminare i termini per la ripartenza in modo più congruo e consapevole: ne va della stessa salvezza delle nostre imprese”

 

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