Prato: ripartono le vendite per la moda

C’è voglia di shopping a Prato nel primo mese di apertura dopo il lockdown.

Ripartono le vendite per i negozi del settore moda che si muovono fra nuove regole e misure anti-contagio.

Ancora difficile, invece, la situazione sul fronte dei sostegni economici: la cassa integrazione registra ritardi drammatici e si conferma il surplus di burocrazia che rende complicato l’accesso al credito.

 

È questo lo scenario disegnato dall’indagine svolta da Confcommercio fra le proprie aziende associate a un mese esatto dalla loro riapertura.

 

Il 18 maggio, infatti, i negozi di Prato non hanno perso tempo e hanno ripreso la propria attività adattandosi alle ultime normative e chi ha potuto riaprire prima per la vendita dell’abbigliamento per bambini, ha colto la palla al balzo.

 

La risposta ottenuta in cambio dai propri clienti è stata positiva con una concentrazione delle vendite soprattutto nelle prime settimane. Un segno, questo, di una diffusa voglia di normalità frenata però dalle conseguenze dell’emergenza prima sanitaria e poi economica che ha colpito tutti.

 

Tanti infatti – secondo l’indagine di Confcommercio – i clienti che in un primo momento si sono dimostrati timorosi nell’accedere ai negozi e nell’adattarsi alle nuove modalità del servizio, ma ancora più è evidente il calo nella capacità di acquisto della popolazione a seguito del lungo stop alle attività.

 

In questo contesto la scelta di posticipare l’avvio dei saldi al primo agosto risulta essenziale per le attività, ma non solo. Ridare stagionalità ai prodotti collocando la loro vendita nel periodo in cui sono realmente utili al consumatore, attribuisce maggior valore alle merci e alla filiera stessa della moda.

 

“Il bilancio del primo mese di riapertura è positivo, oltre le aspettative – afferma Massimo Macchini del negozio Priveè di Prato, consigliere Federmoda-Confcommercio.

I tanti clienti che sono tornati in negozio con la voglia di acquistare ci danno lo slancio necessario per affrontare i prossimi mesi, nonostante le difficoltà del momento.

 

Oltre le aspettative, questa volta in negativo, è stata invece la gestione degli aiuti – scarsi – promessi dallo Stato, in primis la cassa integrazione che ha avuto ritardi immensi creando serie difficoltà per le aziende e per i lavoratori.

Anche la burocrazia non ci è d’aiuto, rallentando l’accesso al credito in una fase in cui ciò di cui abbiamo più bisogno è la liquidità.

Le attività pratesi ce la stanno mettendo tutta per ripartire ma serve un piano di sostegni concreti nel lungo periodo – fra cui contributi a fondo perduto, interventi sulla tassazione, incentivi per la digitalizzazione – per ridisegnare il futuro del settore.

 

Ciò che ci permette di restare in gioco è prima di tutto il rapporto con i clienti, fondamentale per i negozi di vicinato.

Nei mesi di chiusura abbiamo continuato a relazionarci a loro potenziando le consegne a domicilio e, contemporaneamente la visibilità sui social: sono entrambi frangenti sui quali lavoriamo da tempo e che durante il lockdown sono risultati fondamentali per mantenerci in contatto.

 

Se da una parte spingiamo infatti per dare visibilità ai prodotti e attrarre i clienti in negozio, dall’altra lavoriamo per farli tornare da noi curando il rapporto con loro offrendo professionalità e competenze.

Sono questi, insieme al rapporto umano, gli elementi sui quali puntare sempre e che per i negozi di vicinato fanno la differenza”.

 

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