PRATO: crisi settore spettacoli nel 2020

Fantauzzi-Confcommercio: senza il sostegno di Governo ed Enti locali sarà difficile ricostruire l’attività dopo un anno e mezzo di stop.

Crollano il settore della cultura e dello spettacolo nel 2020: servono sostegni e pianificazioni per progettare la ripartenza.

È questo l’allarme lanciato da Confcommercio che commenta lo studio condotto dall’Osservatorio di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, in collaborazione con Swg, sui consumi culturali degli italiani nel 2020.

Secondo la ricerca, le restrizioni dovute alla pandemia hanno provocato un crollo degli spettatori di circa il 90% per cinema, teatri e concerti e riduzioni della spesa mensile per l’intrattenimento fino al 70% tra Dicembre 2019 e Settembre 2020. Da Dicembre 2019 la spesa mensile media a famiglia, per spettacoli e intrattenimento era di 113 €, oggi parliamo di circa 60 €, riducendosi quindi del 47 %. 

Fra i più colpiti sono teatri, concerti, festival culturali, cinema e  musei. Opere, balletti e concerti di musica classica continuano ad essere seguiti in streaming dagli spettatori.

A crescere sono infatti solo gli abbonamenti alla TV in streaming, passatempo indispensabile per molti nell’ultimo anno.

Francesco Fantauzzi, membro dei Giovani Imprenditori di Confcommercio e titolare di Fonderia CultArt afferma:

“Purtroppo i dati della ricerca corrispondono a quanto sta accadendo anche a livello locale. Si parla di un calo complessivo dei ricavi vicini all’80% con la partecipazione degli spettatori che, paragonata all’anno precedente, conferma un -90% fra assenza di eventi e limitazioni nelle  capienze e modalità di partecipazione. Ciò che emerge chiaramente da questi numeri è che nell’ultimo anno l’intero settore dello spettacolo è stato tagliato fuori dalla vita delle persone. Il timore più grande - oltre a quello della sopravvivenza delle imprese e del nostro livello occupazionale - è che, una volta usciti dall’attuale fase di stallo, per molti sarà faticoso tornare a vivere esibizioni e concerti con la stessa naturalezza di un tempo. Le persone rischiano di disabituarsi a certi appuntamenti prima irrinunciabili e ci sarà bisogno di un grande lavoro per costruire la ripartenza del settore.

Per questo oggi che, a differenza del passato, sappiamo che ci dividono pochi mesi dalla ripartenza, serve urgentemente una pianificazione di interventi e iniziative che sono possibili soltanto attraverso il sostegno delle Istituzioni.

Non parlo dei cosiddetti ‘ristori’ che si sono dimostrati del tutto irrilevanti rispetto alle perdite subite. Mi riferisco a investimenti effettivamente dedicati a un nuovo inizio che non può prescindere da un lavoro sui luoghi, con l’adattamento degli spazi e mediante una semplificazione normativa sulle agibilità, fino alla ricostruzione delle dinamiche del un settore che ha perso il contatto col proprio pubblico dopo un anno e mezzo di vuoto.

Inoltre, oggi emerge più che mai come fondamentale la collaborazione fra i professionisti del settore. L’emergenza ci ha fatto superare le rivalità del passato e oggi lavoriamo insieme per individuare gli strumenti e le pratiche migliori per affrontare questo periodo. Purtroppo ciò che possiamo fare è realizzare eventi in streaming che hanno l’unico obiettivo di mantenere un contatto con gli appassionati, ma non possono in alcun modo sostituire gli spettacoli dal vivo. È impossibile paragonare la fruizione di un concerto on-line a un e-commerce: l’esperienza, l’atmosfera, le emozioni di uno spettacolo non si assaporano sul web.

Chiediamo quindi al Governo di definire un programma per la ripartenza del settore spettacolo. Ad oggi non abbiamo né tempi certi né sostegni adeguati, possiamo solo interpretare quanto ci viene detto.

Noi ci prepariamo con nuove attività fin dalla prossima estate per mettere in moto la ripartenza  completa dall’autunno 2021. Ma senza un Governo che ci tuteli e ci sostenga e senza gli enti locali che ci affianchino e facilitino la ripresa, tutto questo sarà molto difficile”.

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