Pistoia, in 10 anni perde il commercio e cresce il turismo

Com’è cambiata la demografia delle imprese del terziario a Pistoia negli ultimi dieci anni?  

A rispondere è Confcommercio Pistoia e Pratoche, sulla base della ricerca svolta dall’Ufficio Studi della Confederazione sui dati Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne, disegna due scenari distinti per le aziende di commercio e turismo in centro o fuori. 

 

A partire dal 2012 fino a giugno 2021, infatti, il commercio al dettaglio ha registrato una perdita pari a 173 attività nel settore nell’intero comune, con il centro storico che segna un -101 (pari al -20% sul totale dell’area) e le altre zone con -72 unità (-16%). 

 

I segmenti più colpiti nel centro storico sono il minimarket con prevalenza alimentare (-36%), tabacchi, librerie e cartolerie, commercio al dettaglio non alimentare (ciascuno con un -29%). 

In crescita le attività di vendita di apparecchi informatici e per le telecomunicazioni (+90%), il commercio online (+40%), seguito dalle farmacie (+38%). 

 

Fuori dal centro di Pistoia, perdono soprattutto gli esercizi di commercio al dettaglio alimentare (-70%), distributori di carburante (-62%), articoli per la casa (-45%). 

Crescono, di contro, il commercio online (+190%), prodotti alimentari e bevande (+42%), farmacie (+38%). 

 

Diversa è la strada percorsa dal settore del turismo che, nonostante le complessità vissute nell’ultimo decennio dal territorio e dall’economia nazionale, dal 2012 ha riscontrato una crescita di alberghi, bar e ristoranti pari a +77 unità. Protagonisti sono stati i pubblici esercizi che si sono sviluppati a macchia d’olio nell’intera area comunale, contribuendo alla sua vitalità ed accoglienza (+38 in centro storico, +31 fuori dal centro).  

 

Ma quanto ha inciso la pandemia sul tessuto imprenditoriale pistoiese? 

Secondo la ricerca, sia il commercio al dettaglio, sia alberghi, bar e ristoranti sono rimasti pressoché stabilisenza riscontrare particolari differenze fra il centro e le aree circostanti. 

 

“I numeri della ricerca ci mettono davanti a una realtà conosciuta, che negli anni si è manifestata in modo sempre più evidente – afferma Tiziano Tempestini, Direttore di Confcommercio Pistoia e Prato.  

Il commercio alimentare arretra a favore della somministrazione e del turismo, con i servizi essenziali come quelli alimentari che si spostano soprattutto nelle aree esterne, seguendo quel processo di decentralizzazione di molte funzioni che ha coinvolto i centri storici. 

 

Se questa dinamica, da una parte, pone di fronte a nuove prospettive di sviluppo, dall’altra crea smarrimento per il settore del commercio che oggi si trova a doversi ripensare e riorganizzare. 

Tutto questo accade in un momento cruciale. 

Le imprese del terziario stanno facendo sforzi grandissimi negli ultimi anni per resistere alle conseguenze della pandemia e preoccupano oggi la crescita dei costi dell’energia e delle materie prime che coinvolge famiglie e attività stesse. A questo si somma il conflitto fra Russia e Ucraina e il conseguente clima di incertezza vissuto a livello mondiale.  

 

Diventa quindi urgente ridisegnare le città e ripensarle garantendo la loro vivibilità, frequentazione e accoglienza. E, allo stesso tempo, sviluppare una nuova identità per tutti quei settori che hanno visto cambiare completamente la domanda e il territorio e hanno bisogno oggi di riposizionarsi su un mercato in costante mutazione.” 

 

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