Pistoia, crescono le imprese di somministrazione dal 2008, in calo il commercio

Cambia la demografia delle imprese in città.

Nel centro storico di Pistoia è di -17 il saldo delle attività del commercio dal 2008 al 2019 (-3%) mentre nella stessa area cresce di 33 il numero di unità nel settore turistico (+13%), con l’ingresso di nuovi alberghi, bar e ristoranti.

Nelle altre zone della città si perdono invece 110 aziende del commercio (-29%) contro le 56 acquisite per il turismo (+26%).

 

È quanto emerge dall’indagine svolta dal Centro Studi di Confcommercio Imprese per l’Italia con l’intento di evidenziare l’evoluzione delle attività commerciali, turistiche e del servizi negli ultimi 11 anni, analizzando 120 città italiane.

 

Secondo la ricerca la fotografia pistoiese richiama la più diffusa situazione nazionale e pone l’accento sulle conseguenze che la crisi economica ha avuto sul territorio e sui suoi settori produttivi.

Si evidenzia infatti la persistente sofferenza delle attività del commercio al dettaglio che continuano a registrare un saldo in negativo nel centro di Pistoia e, soprattutto, negli altri quartieri.

 

In particolare, dal 2008 a subire di più la flessione più tangibile nell’area centrale della città sono gli esercizi non specializzati (-71%),tabacchi (-34%), le attività di vendita di prodotti ad uso domestico (-28%) e quelle di altri prodotti in esercizi specializzati (-6%).

Nelle zone esterne registrano un segno meno le attività di vendita di carburante per autotrazione (-130%, nel 2008 erano 25), le attività di vendita di articoli culturali e ricreativi (-72%) e di prodotti ad uso domestico (-50%), il commercio di altri prodotti in esercizi specializzati (-32%), di alimenti e bevande (-26%) e la vendita al dettagli al di fuori dei negozi, come le attività porta a porta e via web (-4%).

 

Diversa è la situazione per l’andamento del settore turistico che registra una crescita del 13% nel centro città e del 26% nelle altre aree di Pistoia.

A dare concreto slancio al settore è soprattutto la diffusione di bar e ristoranti che dal 2008 segnano 13 unità in più in centro e 55 in più al di fuori.

Le strutture ricettive, invece, scelgono il cuore della città con una crescita di 20 attività contro una sola al di fuori.

 

Focalizzando l’attenzione sull’ultimo triennio – 2016-2019 – vediamo confermati gli andamenti dell’ultimo decennio con il commercio che continua a presentare segnali di difficoltà, mentre il turismo sembra sempre più alla ricerca di una propria dimensione.

 

Sembra comunque rallentare la perdita di attività per il commercio ad dettaglio con -2% sia per il centro sia per le altre zone (in centro la variazione è di meno 10 unità, meno 6 al di fuori).

Le attività turistiche confermano un saldo positivo soprattutto se esterne al centro con +7% sul 2016 (+16 unità) mentre sembra arrestarsi la diffusione in centro storico dove si registra un saldo 0 (+5 strutture ricettive contro il -5 di bar e ristoranti).

 

Commento Stefano Morandi, presidente Confcommercio Pistoia e Prato:

 

“La ricerca della confederazione disegna un quadro ormai noto dove il commercio continua a subire le conseguenze innescate dalla crisi economica.

 

I cambiamenti portati dalla liberalizzazione, dall’affermazione della grande distribuzione e dalle evoluzioni digitali sono evidenti e hanno riscritto totalmente le dinamiche di acquisto.

 

Se negli ultimi 3 anni i numeri ci parlano di una lieve frenata della crisi per quanto riguarda il commercio al dettaglio, sul piano qualitativo sono ancora evidenti il malessere e la sfiducia fra le nostre imprese.

 

I crescenti costi burocratici e fiscali che gravano sui bilanci mettono in seria difficoltà le attività che oggi necessitano di ricavi di gran lunga superiori rispetto al passato per garantirsi reddittività.

 

È indispensabile che le istituzioni agiscano su tutti i livelli – locale e nazionale – per alleggerire le attività economiche dal peso fiscale dei tributi che continua a ostacolarne lo sviluppo, diventando sempre più insostenibile per la singola azienda.

Il solo atteggiamento di apertura degli imprenditori di fronte alle evoluzioni del mercato non può bastare per risollevare il settore.

È infatti necessario progettare e realizzare azioni da parte delle istituzioni per valorizzare i negozi di vicinato e la ‘città che lavora’, con l’obiettivo di dare un reale slancio alla ripresa del commercio pistoiese.

 

Vediamo intanto confermata la crescita del settore turistico che, torniamo a dire, può rappresentare un volano per lo sviluppo dell’intera economia di Pistoia. I flussi turistici che arrivano in città rappresentano non soltanto una risorsa per le attività ricettive e di somministrazione, ma sono dei potenziali consumatori per i negozi del territorio.

 

Per questo è importante creare una sempre più attiva collaborazione fra le diverse categorie attive in città, non soltanto nel suo centro storico, ma anche nei quartieri dove il negozio di vicinato rappresenta una risorsa importantissima anche dal punto di vista sociale.

 

È quindi fondamentale nell’ottica di uno sviluppo dell’economia cittadina nel suo complesso, realizzare iniziative condivise che guardino a uno sviluppo integrato fra imprese e rigenerazione urbana e che coinvolgono diversi partner attivi sul territorio.

 

Legare Pistoia con le sue dinamiche e le sue progettualità alle sue imprese è essenziale per andare nella direzione di una reciproca crescita”.

 

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