Montagna P.se: le strutture turistiche pronte a ripartire

Il settore turistico della Montagna riparte dopo il lockdown: con la fine di Giugno tante strutture rimaste finora chiuse riaprono le porte iniziano a registrare le prime prenotazioni per la stagione estiva.

La strada resta però in salita per la categoria – una delle più colpite dall’emergenza Covid – che si trova a fare i conti con ingenti perdite e con aiuti del tutto insufficienti.

 

A dirlo è l’indagine svolta da Confcommercio fra le proprie imprese associate del territorio che, per la quasi totalità, ha scelto di restare chiusa nei mesi di aprile e maggio.

 

Secondo i dati raccolti, fra queste c’è chi è tornata operativa con l’attività di ristorazione e – se presente – con la bottega alimentare non appena le normative lo hanno permesso.

 

Più lenta, invece, è stata la ripartenza del settore ricettivo che inizia però a riscontrare un iniziale movimento sul fronte delle prenotazioni, soprattutto in vista di agosto.

 

Certo, gli scenari sono cambiati: il turismo estero è ancora fermo e verranno a mancare i gruppi sportivi che erano soliti frequentare nei primi mesi estivi il territorio. Al momento a fermare le camere sono soprattutto famiglie e clienti abituali.

Inoltre la capacità di spesa dei cittadini si è ridotta e i soggiorni potranno quindi essere più brevi.

 

Il trend principale resta comunque quello del last-minute incentivato dalla mancanza di certezze che porta i viaggiatori a non fare programmi a lungo periodo.

Non mancano, in ogni caso, le dei clienti alla ricerca di informazioni sulle modalità di organizzazione e sulle possibilità offerte: una conferma, questa, al crescente richiamo suscitato dalla Montagna per l’estate 2020.

 

E se da una parte le strutture ricettive confidano in una buona stagione, dall’altra devono fare i conti con le difficoltà del post-Covid: la riduzione dei posti a disposizione, i costi di sanificazione, le  limitazioni per riguarda l’organizzazione congressi e cerimonie.

 

In questo contesto risulta quanto mai drammatica l’assenza di aiuti concreti per il settore mentre, i pochi presenti, si sono dimostrati inefficienti a causa di un surplus di burocrazia che ha innescato ritardi nella ricezione di cassa integrazione e contributi a fondo perduto.

 

L’economia della Montagna Pistoiese – già indebolita dalla precedente crisi, dalle infrastrutture inefficienti e da dinamiche di mercato penalizzanti – ha subito un duro colpo con la pandemia.

Nonostante l’impegno dimostrato costantemente dagli imprenditori, è mancato del tutto il sostegno per un’effettiva ripartenza.

 

Servono interventi decisi da parte delle Istituzioni per dare al territorio e alla sua economia la possibilità di rimettersi in piedi e di guardare al futuro.

 

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