Fipe: scongiurare la chiusura, conseguenze drammatiche per il settore

28 Ottobre, ristoranti, locali e bar scendono in piazza per far sentire la propria voce e chiedere sostegno al Governo

“Lasciateci lavorare in sicurezza per il bene dell’economia e delle nostre città.

La fase è delicata e servono regole precise per contenere il virus, ma non sono i pubblici esercizi l’acceleratore del contagio.

Sarà difficile sopravvivere a una nuova chiusura, sia come imprese, sia come comunità”.

Fipe-Confcommercio lancia così il grido di allarme della categoria, colpita dai provvedimenti introdotti nel DPCM del 18 Ottobre e al centro del dibattuto relativo a possibili ulteriori restrizioni a ogni livello, regionale e locale.

“Le scelte fatte dal Governo stanno mettendo definitivamente in ginocchio i pubblici esercizi.

Ci sono stati dati dei protocolli di sicurezza che noi abbiamo rispettato alla lettera, investendo sulle nostre attività, limitando i numeri dei coperti all’interno delle nuove strutture, mettendo in campo le risorse necessarie a portare il nostro lavoro verso un futuro senza Covid.

Ci è stato chiesto di fare il possibile e anche di più per rendere sicuri i nostri spazi e lo abbiamo fatto per tenere lontano il virus, da noi, dalle nostre famiglie e anche dai nostri dipendenti e clienti.

E nonostante questo, veniamo ‘colpevolizzati’ come luoghi di contagio, senza che nessun dato reale che sostenga questa tesi.

Soprattutto, perché le nostre aziende, nel rispetto delle norme, dovrebbero essere più pericolose di altre? Più di un mezzo di trasporto o di un’altra attività?

Non riusciamo davvero a capire perché il Governo si ostini a considerarci un problema quando potremmo essere una risposta responsabile alla voglia di socialità.

Piuttosto servirebbero più controlli e più sanzioni da parte delle forze dell’ordine nei confronti di chi non rispetta le norme, degli assembramenti spontanei, della movida incontrollata.

La previsione di un nuovo lockdown nel prossimi mesi e nel periodo natalizio è disarmante e assolutamente da scongiurare. Le conseguenze porterebbero senza dubbio a una crisi economica e sociale senza precedenti.

Già adesso siamo di fronte a un effetto psicologico negativo e pericolosissimo determinato dall’impennata di nuovi casi e dalle comunicazioni che ci esortano a rinunciare anche a quello che, secondo DPCM, ci sarebbe concesso.

Coniugare sicurezza e lavoro è possibile e deve essere l’obiettivo principale di chi è al Governo.

Per questo mercoledì 28 Ottobre scenderemo in piazza alle 11.30 in 10 capoluoghi di regione – fra cui Firenze – per chiedere alla politica scelte più mirate, sostegni ai settori maggiormente in crisi. La cosa più drammatica è che così facendo si chiuderanno anche le città con meno luci, meno insegne, meno socialità e meno qualità della vita. Dobbiamo fare presto, servono risposte concrete e servono subito”.

 

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