Decreto bollette: servono interventi strutturali

Uscire dalla logica emergenziale e rendere strutturali gli interventi previsti dal cosiddetto “Decreto Bollette” sui costi dell’energia.

È questa, in breve, la richiesta di Confcommercio alla luce dell’aumento delle spese energetiche che negli ultimi mesi hanno travolto imprese e famiglie.

 

Il Decreto Bollette, infatti, contiene una serie di aiuti per alleggerire i costi, oltre all'azzeramento degli oneri di sistema elettrici e del gas per il secondo trimestre del 2022 e il taglio dell'Iva sul gas.

Ma c’è ancora molto da fare e, soprattutto, servono iniziative nel lungo periodo a sostegno dei tanti settori che si trovano in bollette cifre addirittura quadruplicate rispetto al 2021.

 

Basti pensare a un panificio: qui – secondo una breve indagine svolta fra le imprese associate del settore – le bollette di luce e gas risultano raddoppiate a seguito dell’introduzione di misure di calmieramento dei prezzi. Prima di queste, il settore era arrivato a spendere fino a tre, quattro volte di più rispetto allo scorso anno.

E la stessa scia è seguita dalle attività di ristorazione.

 

Si tratta di costi difficili da sostenere in via continuativa, soprattutto dopo due anni contraddistinti dalla pandemia e ancora di più, vista l’impossibilità fare stime per il prossimo futuro. Per questo, se da una parte il Decreto Bollette mitiga nel trimestre in corso parte degli aumenti di energia elettrica e gas stanziando risorse considerevoli, dall’altra risulta insufficiente proprio perché si limita alla parentesi trimestrale.

 

L’impatto che Confcommercio nazionale stima sui costi energetici extra sulle imprese del terziario è pari a 30 miliardi di euro, +160% annuo.

Da questi numeri nasce la richiesta di rendere definitivo l’annullamento degli oneri come passo fondamentale verso un sostegno delle imprese.

 

Visto anche l’aumento dei prezzi subito dalle materie prime, le aziende cercano di internalizzare i costi, ma è inevitabile che questi vadano a scaricarsi sul prezzo finale del prodotto.

Se non vogliamo che la spirale inflazionistica pieghi i nostri settori, è essenziale dare un segnale forte con misure durature nel tempo.”

 

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