COVID-19: RICHIESTA DI INTERVENTI PER IL FUTURO DELLE IMPRESE

“Imparare a convivere con il virus? Gli strumenti ci sono, il Governo deve metterli in atto”

Un futuro di convivenza con il virus è possibile? 

Da questa domanda parte la riflessione di Confcommercio Pistoia e Prato sull’andamento della pandemia e sulle prospettive future del Paese che, proprio in queste settimane, sono al centro del dibattito. 

Da una parte, infatti, la variante Delta avanza sul territorio arrivando ad avere un impatto del 30%, con il rischio di arrivare al 70% ad agosto. Dall’altra, la campagna vaccinale procede in modo capillare con 58 milioni di dosi somministrate che stanno mostrando i propri risultati attraverso la netta discesa delle ospedalizzazioni. Ma c’è ancora molto da fare su questo piano, soprattutto in Toscana. La Regioni infatti si colloca al quartultimo posto su scala nazionale per la percentuale di dosi somministrate: il 41,1% dei cittadini infatti non ha ancora ricevuto alcuna dose, il 21% è in attesa della seconda e solo il 38,8% è totalmente vaccinato. 

“Dati alla mano, il Governo sta valutando le misure da adottare per gestire nuovi possibili incrementi della curva dei contagi. 

Misure che – è evidente – devono intraprendere una nuova rotta rispetto a quella seguita finora, basandosi su paramenti attualmente significativi: la pressione ospedaliera e le vaccinazioni. I contagi si muovono perlopiù su forme asintomatiche o leggere – a testimonianza del fatto che il vaccino sta funzionando – e non possono essere considerati sinonimo di chiusura come in passato. 

Le Regioni stanno facendo fronte comune chiedendo al Governo una revisione netta delle norme anti-contagio esistenti e lo stesso facciamo noi. 

NO, quindi, a nuove limitazioni per le aziende e NO a comunicazioni allarmistiche che rischiano di portare al collasso la vita economica e sociale dei nostri territori. 

Il solo rischio dello slittamento in zona gialla per alcune regioni italiane ha portato alla cancellazione delle vacanze da parte dei turisti, generando allarmismo fra i titolari delle strutture ricettive. Gli effetti potrebbero infatti essere devastanti dal punto di vista economico e molti settori non reggerebbero l’impatto, senza di fatto l’esistenza di valide ragioni per arrivare a tali restrizioni.  

Piuttosto facciamo un passo avanti e guardiamo al futuro già a partire dai prossimi mesi. Prepariamo le scuole, i trasposti e le strutture sanitarie a gestire numeri più alti di ingressi e a fronteggiare eventuali innalzamenti dei contagi.  

Il Decreto Rilancio ha messo a disposizione 14miliardi da utilizzare per potenziare i presidi ospedalieri e, in particolare, le terapie intensive che, vista la scarsa capienza, dovevano aggiungere 3.500 posti letto. A un anno dall’affidamento del bonus alle Regioni sono stati aggiunti in Italia solo il 25,7% dei posti in intensiva e il 25,5% in sub-intensiva.  

Questi sono dati sconcertanti che ci mettono in allarme. Non facciamoci trovare impreparati come nel 2020, la nostra economia e la nostra società non possono vivere un altro lungo inverno contraddistinto dal Covid. 

È una situazione che deve essere assolutamente superata. 

Utilizziamo questi strumenti e definiamo nuovi protocolli che escano una volta per tutte dalla logica delle restrizioni come via d’uscita. Non lo sono. 

Possono esserlo, invece, un’analisi attenta della situazione, una preparazione delle nostre strutture, una progettualità che metta nelle condizioni le persone di svolgere le attività in modo sicuro. 

A questo deve pensare il Governo nei prossimi giorni per dare quel segnale che le nostre imprese aspettano da tempo e per guidare il Paese fuori dall’emergenza”. 


Per informazioni

CONTATTACI SU WHATSAPP
oppure Compila il form